L’esperto in diagnostica in edilizia e termografia, Stefano Taddia, ci racconta la sua indagine sull’umidità delle murature effettuata con una termocamera Flir E54.
Il problema dell’umidità nelle murature è sempre stato uno dei punti deboli per i proprietari o conduttori di edifici, nonché per progettisti o costruttori.
Analizziamo, con alcuni esempi, come con l’aiuto di una termocamera possiamo evidenziare il problema, tralasciando completamente il discorso dell’eventuale ripristino o soluzione di intervento, compito che è sempre demandato ad un professionista serio e preparato.
Supponiamo di voler individuare una risalita capillare o un’infiltrazione. Per prima cosa chiariamo subito che è un’ indagine qualitativa, in quanto la temperatura della parete non è importante perché non concorre all’ individuazione del problema e a quantificare quanto è estesa l’area ammalorata. Solitamente (poi vedremo le eccezioni), se inquadriamo una zona interessata dal problema vedremo che le superfici umide risultano più fredde delle pareti circostanti, questo per effetto evaporazione. Sintetizzando al massimo, avremo che l’acqua contenuta nella parete evapora, asporta calore e quindi con la termocamera vedremo la zona più fredda.
Per essere ancora più chiari, è come quando durante una giornata al mare decidiamo di immergerci in acqua per sfuggire al caldo, quando usciremo dall’acqua avremo una sensazione di freddo, ma la temperatura ambientale è la stessa, non è variata, semplicemente l’acqua che si è depositata sulla nostra pelle sta evaporando e ci sta togliendo calore, da qui la sensazione di freddo che proviamo.
Come insegniamo ai nostri corsi, dopo aver selezionato la scala termica con cui operare, ci dobbiamo preoccupare della corretta messa a fuoco, magari lavorando con differenti tavolozze per aiutarci. Consiglio fortemente di non lavorare con la scala automatica, usando la modalità manuale potrete selezionare lo span di temperatura più idoneo per la vostra visualizzazione in modo da evidenziare piccole differenze di temperatura, nel qual caso usate una tavolozza colori molto contrastata. Ricordate anche l’angolo di ripresa, controllate il vostro soggetto da diverse angolazioni in modo da capire se è una reale anomalia termica o un semplice riflesso.
Questa è una visualizzazione tipica dove possiamo notare chiaramente quanto è grande la zona interessata e fare un progetto di intervento mirato. Mi preme far notare che, molto spesso, la zona ammalorata è molto più estesa di quanto possiamo pensare basandoci solo sull’ ispezione visiva eseguita ad occhio nudo. Facendo riferimento alla scala delle temperature a destra del termogramma e associando, quindi, il colore blu al freddo e il giallo a temperature maggiori, possiamo notare come le zone a maggior contenuto di acqua si trovino vicino al pavimento e non siano presenti tracce di infiltrazioni dall’alto.Possiamo anche notare sul pavimento una ampia zona fredda. Non fatevi ingannare, non è acqua sotto alla pavimentazione, ma il normale riflesso della parete su una superficie lucida, ma in questo caso non era possibile variare l’angolo di ripresa. Sul termogramma, nella parete ammalorata, sono presenti anche zone più calde. Sono bolle di vernice o distacco dell’intonaco che avendo differente inerzia termica rispetto alla parete, hanno una differente visualizzazione.
Come scritto sopra, spesso, la parte realmente danneggiata non è quantificabile in quanto non è visibile a occhio nudo, mentre un controllo termografico, fatto da un tecnico preparato, permette di evidenziare la reale dimensione del problema.
Di seguito alcuni esempi, non necessariamente riconducibili alla risalita capillare, tuttavia in determinate condizioni, potremmo avere una visualizzazione termica con colori invertiti, ovvero una risalita capillare che è evidenziata con temperature maggiori rispetto alla muratura.
Un esempio tipico è il controllo di una facciata di un edificio esposto all’irraggiamento solare per buona parte della giornata: il sole riscalda la parete e tutti i materiali che lo costituiscono, ma essendo materiali differenti hanno differenti capacità termiche, possono cioè trattenere il calore diversamente e cederlo più lentamente. Ecco quindi che se eseguirete il controllo di questa facciata nelle ore serali visualizzerete la parete fredda rispetto alle zone con presenza di acqua avendo questa capacità termica superiore.
Risulta quindi evidente che anche la termografia semplice deve essere sempre condotta da personale preparato in grado di comprendere le differenti condizioni termodinamiche che si presentano in ogni situazione di lavoro, perché la termografia si basa sulla vostra esperienza e la vera differenza la fa il tecnico in grado di gestire la prova.
Termocamere adatte ad effettuare questo tipo di indagini sono le seguenti termocamere Flir: